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      Essa fu "la prima che il Tempo, creato con essa, abbia veduto apparire sulla terra; è la radice della vita, la nutrice delle città, la regina del mondo..." [1068]. La città fenicia e romana giaceva più ad oriente, presso il fiume oggi chiamato Nahr-Beirut; essa s'è portata gradatamente verso ovest, nella direzione del promontorio che forma la sporgenza più acuta del litorale a nord del monte Carmelo. Però la costa è mal riparata in questi paraggi, e le navi, ancorate nella rada, hanno frequentemente da soffrire pei tempi burrascosi. La città, non chiusa in una cinta, costeggia il mare per parecchi chilometri, ed i suoi quartieri si prolungano nell'interno sui primi pendii delle colline; più lontano, le ville a centinaia sono sparse sulle alture, in mezzo ai giardini ed ai boschetti di palme. Dalla parte dell'ovest dune di sabbia rossa inondano i giardini; i monticelli sono completamente arrestati soltanto a sud, là dove spesseggiano i fusti dei grandi pini, che stormiscono al vento del mare: questa "sapinoie" (abetaja), come la chiama Guglielmo da Tiro, lo storico delle crociate, è la gloria di Beirut e le ha valso probabilmente il suo nome. In mezzo alla cerchia di case e di coltivazioni che circondano la foresta, si potrebbe credere d'essere in piena solitudine: il rumore della città si confonde con quello dell'onda lontana. È probabile che tutto il gruppo di Beirut a sud delle sabbie un tempo fosse un'isola [1069].
      [Immagine 139.png - N. 139. -- BEIRUT].
      Come Smirne, Beirut ha già preso un aspetto quasi europeo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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