Nelle vicinanze immediate, sulle spiagge che si prolungano a nord e a sud, sorgono, in enormi ammassi, letti di conchiglie lasciati dai fabbricanti di porpora, un tempo i più famosi e più ricchi rappresentanti dell'industria sidonia. Un mucchio composto unicamente di conchiglie di murex trunculus, che serviva a tingere le stoffe grossolane, ha una lunghezza non inferiore a 120 metri per un'altezza di 7 a 8 metri; altri monticelli, molto numerosi, consistono in detriti di murex brandaris e purpura hemastoma, che si adoperavano per la tintura di tessuti sontuosi. Una città posta a nord di Sidone, su d'una spiaggia di sabbia fina, aveva preso il nome di Porphyrion o "Città della Porpora", a causa delle sue tintorie:[1074] è la costa sulla quale, secondo ebrei e musulmani della Siria meridionale, il profeta Giona sarebbe stato vomitato dalla balena; donde il nome di Khan-Nebi-Yunas dato al villaggio vicino. Quando il commercio marittimo di Sidone fu in decadenza, l'attività dei Sidonesi si volse verso l'industria, ed essi diventarono i primi del mondo: così Venezia cercò un compenso alla perdita del suo traffico coll'Oriente [1075]. "Abili in tutte le cose", secondo l'espressione di Omero, i Sidonesi erano del pari abilissimi nell'arte di fabbricare il vetro, come furono più tardi i Veneziani: le loro officine si trovavano nella città di Sarepta o della "Fusione", posta a tre ore di strada verso il sud. Il villaggio moderno di Sarfend è vicino alle rovine.
[Immagine 141.png - N. 141. - TIRO].
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