Luogo di tappa intermedio fra Beirut e Damasco, Zahleh è abitata da numerosi mulattieri e portatori, che godono la fiducia universale.
      Baalbek non è, come certe descrizioni porterebbero a credere, il semplice avanzo d'un tempio sorgente in mezzo al deserto: è una piccola città, avente un khan per gli Arabi, un albergo ed un telegrafo pei viaggiatori europei; un muro di circa tre chilometri circonda qualche centinaio di case, dove vivono, come nelle altre città della Siria, comunità appartenenti a religioni diverse. Sebbene le guerre e l'oppressione spieghino abbastanza la decadenza di Baalbek, come di tante altre città dell'Asia turca, sorprende però che una città situata in posizione così felice, in questa regione favorita della Coele-Siria, sulla soglia di displuvio appena marcata, che separa il bacino del Leitani e quello dell'Oronte, non abbia conservato una popolazione più ragguardevole, un movimento commerciale più attivo. Senza dubbio Baalbek ripiglierà il suo posto fra le città della Siria; le antiche terrazze di coltivazione, che si scorgono sui pendii dei dintorni, non aspettano che il coltivatore per rinverdire e rifiorire; una parte della pianura appartiene già a speculatori europei che vi fanno coltivare i cereali, le fave, i cotoni, la vite. Una strada carrozzabile, ramo della strada da Beirut a Damasco, allaccerà ben presto Baalbek al Mediterraneo [1077].
      I monumenti diroccati, che formano la gloria della città del Sole, sorgono ad ovest. Un tempio circolare assai rovinato si rizza isolato nella pianura; più lontano, tutti gli altri edifizî, tempio del Sole, tempio di Giove, propilei, mura ciclopiche, si trovano riuniti.