Sono forse le più belle rovine che esistano al mondo!
[1078]. Quello che resta è poca cosa in confronto di quello che i terremoti e gli uomini hanno atterrato; le colonne che giacciono sparse sulle lastre, sono più numerose di quelle che elevano ancora nell'aria azzurra i loro capitelli corinzi e le cornici; ma questi rottami sono d'una grandiosità imponente. Si ammirano la bellezza delle proporzioni, l'altezza delle colonne, la ricchezza, forse un po' pesante, delle sculture; ma davanti ai muri ciclopici si resta confusi alla vista dei blocchi, che il lavoro dell'uomo ha potuto mettere in opera. Queste masse sono uniche in Asia per le loro prodigiose dimensioni. Si è sorpresi che migliaia di lavoratori, sia pure aiutati da macchine, abbiano potuto aggrupparsi in isquadre di trazione tanto bene ordinate da sollevare, trasportare, mettere a posto pietre siffatte. Gli strati presentano blocchi monolitici aventi sin 22 metri di lunghezza su parecchi metri di larghezza e di spessore; ve n'ha di cui il volume è stato valutato di oltre 300 metri cubi ed il peso di 800 tonnellate [1079]. Una sola pietra, che si mostra ancora nella cava, ad un chilometro di distanza, e che era senza dubbio destinata a servire di basamento nel colonnato interno, è di 432 metri cubi ed il suo peso supera 1000 tonnellate; un obelisco difettoso, rimasto in un'altra cava, ha più di 30 metri di lunghezza! Il più gran menhir della Bretagna, a Loc Maria ker, non pesava che 250 tonnellate,[1080] nemmeno un quarto del blocco tagliato nella cava della Siria: il solo dolmen dell'Europa che supera i monoliti di Baalbek, è quello d'Antequera, del volume di 945 metri; il masso erratico, sul quale è eretta la statua equestre di Pietro il Grande, pesa circa 1,500 tonnellate.
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