Uno dei tre minareti della moschea si chiama la "torre di Gesù": colà, secondo l'opinione dei Damaschini, al giudizio finale apparirà il "Figlio dell'uomo" per farsi venire davanti i vivi ed i morti. Questi alti minareti della moschea degli Ommiadi, celebrati nella storia della architettura, sono i modelli imitati a Siviglia per la Giralda, a Venezia pel campanile di San Marco, a Cremona pel Torrazzo [1084].
Damasco è per la Siria centrale lo scalo necessario, come Aleppo per la Siria del nord. Cinque o sei carovane ne partono ogni anno per Bagdad; altre si recano a Biregiik, a Rakka, a Bassora, nel Negied ed in altre regioni dell'Arabia. Ma fra le merci trasportate, ben poche sono quelle dovute all'industria damaschina. Qualche fabbrica di sete, i cui prodotti sono dei più pregiati in Oriente, officine di gioielliere per le filigrane d'oro, numerose sellerie, tali sono le manifatture locali. Da quando avvenne il passaggio di Tamerlano, che uccise quasi tutti gli abitanti, nel 1401, Esh-Sciam non ha più armajuoli; le "lame di Damasco", tanto rinomate dopo i primi secoli della dominazione araba, si vedono più spesso nei bazar del Cairo che in quelli della città siriaca; ma nei palazzi di Damasco e d'Aleppo si trovano forse le più belle ceramiche antiche della Cina, importate nel medio evo dai mercanti della Battriana; in questo anzi la Siria sarebbe più ricca ancora del "reame fiorito" [1085]. L'essenza di rose del paradiso damaschino, un dì tanto famosa, non si prepara più sulle rive del Barada, dacchè le capre hanno brucato i cespi di rose sul Libano; la superiorità per la preparazione del prezioso attar spetta ai versanti meridionali dei Balcani ed al Fayum d'Egitto.
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