Delle quattrocento che ornavano il tempio del Sole, cinquanta sono ancora in piedi; delle millecinquecento del grande viale centrale, che si prolungava fra i palazzi per una distanza di 1,200 metri, se ne vedono ancora centocinquanta, ma non esiste più neppure una delle statue che erano sostenute da mensole applicate alle colonne. Le tombe sono numerose, e vi sono state trovate molte iscrizioni in lingua aramaica, poco diversa dal siriaco moderno; alcune sono bilingui, greche e palmiresi ad un tempo [1090].
[Immagine 143.png - N. 143. -- GIEBEL-HAURAN E BOSRA].
A sud di Damasco, nella regione del Trans-Giordano, tutte le antiche città sono, come Tadmor, cadute allo stato di borghi o di rovine. Eppure le città sorgevano una volta a centinaja in questa regione, che ora percorrono gli Arabi e dove i Drusi hanno fondato un numero abbastanza grande di villaggi. In qualche solitudine si vedono sorgere colonnati, archi di trionfo, tombe come quelle di Palmira; i monumenti dei primi secoli del cristianismo sono poco meno numerosi che nella Siria del nord. Ad ovest dell'Hauran si succedono le città abbandonate, gruppi di belli edifizî, con porte e finestre di pietre scolpite,[1091] alle quali non manca nemmeno qua e là qualche tetto; si direbbe che gli abitanti le abbiano appena lasciate: El-Musmiyeh, Sciakka, Sciuhba sono mucchi di rovine; Kanavat, Sueideh sono umili villaggi circondati da superbe rovine; la vite non vi è più coltivata, ma le pendici circostanti sono ancora cinte di terrazze, dove i pampini s'avvolgevano ai rami degli alberi da frutto.
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