Copti e Siri jacobiti pregano in un ridotto particolare; la cosidetta pietra dell'Unzione è proprietà comune di tutti i fedeli, Latini e Greci, Armeni e Copti. Infine i Turchi stessi hanno, nella loro qualità di alti sovrani ed arbitri, un posto di sorveglianza presso la porta d'ingresso. La rotonda, nel centro della quale è posto il Santo Sepolcro, è di costruzione recente; essa è stata fabbricata a spese comuni della Turchia, potenza sovrana, della Francia e della Russia, rappresentanti le due ortodossie rivali del mondo cristiano. L'edicola della tomba è opera dei Greci: la vigilia di Pasqua essi si accalcano intorno alla pietra, aspettando la venuta del "fuoco sacro", che un "angelo" porge al vescovo per un buco del muro. Nel momento in cui appare questa fiamrna, i fedeli si precipitano per accendere i loro ceri a quello del vescovo; i canti, le preghiere scoppiano, misti talvolta alle grida dei feriti, ai rantoli dei miseri che restano schiacciati. Nel 1834 oltre quattrocento cadaveri rimasero sul lastrico della rotonda: grazie all'intervento della guardia musulmana, comandata da un colonnello che brandisce la scimitarra, simile catastrofe non si è rinnovata mai più [1099]. È costume d'ogni fedele di passarsi rapidamente la fiamma sul volto; essa non deve bruciare se non gli empî. Una volta i fedeli recavano delle tele, delle quali facevano arsicciare le pieghe e che dovevano, il dì della morte, servire loro da sudario [1100].
Non lontano dal Sepolcro si presentano il portone e le finestre dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, già abitato da "sette nazioni" di cavalieri, Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Aragona, Inghilterra, Germania.
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