La città stessa di Giaffa, Jaffa, Yafa, ossia la "Collina", è posta su d'un monticello, in un'oasi di circa 8 chilometri quadrati, assediata a nord e a sud da file di dune; l'umidità necessaria è fornita a' suoi giardini da canali derivati dagli uadi e da alcuni pozzi, nei quali si raccolgono le acque di filtrazione. Gli alberi della zona temperata, mandorli, albicocchi, peschi e gelsi, vi danno eccellenti frutta; vi si coltiva del pari il banano, la canna da zucchero, ma la più parte dei recinti, fiancheggiati da nopal giganteschi, racchiudono esclusivamente cedri ed aranci, i cui frutti vengono spediti fin nelle città dell'Occidente [1104]. Dalla metà del secolo l'estensione dei Giardini di Giaffa si è quadruplicata.
Porto di Gerusalemme e di tutta la Giudea meridionale dalle origini della storia, Giaffa, l'antica Joppè, non offre però alle navi più che un riparo precario; l'antico bacino, colmato dalle sabbie, che vi portò il vento del mare, e probabilmente sollevato dalle forze sotterranee, si trova ora nella zona dei giardini a nord della montagnola della città [1105]. La costa, quasi rettilinea, si prolunga da nord-est a sud-ovest, incessantemente battuta dal flutto, in cui scherzano i pescicani: colà, secondo la leggenda riferita da Plinio e Giuseppe, sorgeva la rupe, a cui era incatenata Andromeda [1106]. Davanti a Giaffa una catena di scogli, di circa 300 metri, forma una linea di frangenti e protegge un piccolo porto, dove le barche ed i bastimenti che non peschino più di 2 a 3 metri trovano un rifugio.
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