La superficie della Penisola può essere valutata soltanto in modo approssimativo, dietro il tracciato delle coste che i navigatori hanno rilevato, pur lasciando qua e là paraggi inesplorati. A nord, l'Arabia non ha limiti naturali, fuori della zona coltivata che fiancheggia il corso dell'Eufrate; le steppe che percorrono i Beduini, si distendono fino alla regione dei passi che segue la via storica da Antiochia a Babilonia. Da questa parte, non ci può essere del pari una delimitazione politica, i nomadi spostando le loro tende nell'Hamad o Badiet-el-Arab, secondo l'abbondanza o la penuria dell'acqua, la ricchezza o povertà dei pascoli, le amicizie o gli odî da tribù a tribù. Infine, ordinariamente la penisola del Sinai e la terra di Madian si computano come appartenenti all'Arabia; ma queste regioni, attribuite politicamente all'Egitto, gli sono del pari annesse come parti integranti in numerose statistiche. Come si vede, il senso dell'espressione geografica Arabia varia secondo gli autori, indi le differenze di parecchie centinaia di migliaia di chilometri quadrati che presentano le diverse valutazioni. Mentre Behm e Wagner danno all'Arabia, togliendone i territorî soggetti alla Turchia, una superficie di poco più di due milioni e mezzo di chilometri, si trova per l'insieme della Penisola, limitata dal golfo d'Akabah, dalle montagne d'Idumea, da quelle del Trans-Giordano e dalla valle dell'Eufrate, una superficie di circa 3,100,000 chilometri quadrati [1114].
      La popolazione è assai disseminata su questo spazio immenso: gli apprezzamenti sommari dei viaggiatori, controllati gli uni dagli altri, non permettono di fissare a più di sei milioni la popolazione totale dell'Arabia.