Vi si ode pure la "musica delle sabbie", come in tante altre regioni del deserto: passando davanti ad uno di quei monticelli canori, a sud-est del porto di Yambo, i Beduini raccontarono a Fulgenzio Fresnel che quella voce misteriosa è di anime infedeli ivi rinchiuse fino al giorno del Giudizio.
In certe regioni dell'Hegiaz i declivi dell'altipiano sono dolcissimi ed il rilievo del suolo non offre l'apparenza di montagne: così si sale da Yambo a Medina senza attraversare alcuna cresta propriamente detta. La Mecca è d'un accesso anche più facile, ma si trova sul versante del mar Rosso, nella pianura che s'inclina verso il porto di Giedda. La catena di spartiacque della Penisola, nota in questo punto sotto il nome di Giebel-Kora, s'innalza ad oriente della città santa; è una cresta di granito, di porfido e d'altre rocce antiche, i cui contrafforti, dalla parte del mare, si compongono di strati sedimentari aventi da 500 a 1,000 metri d'altezza. La soglia del Kora, che si raggiunge per aspro sentiero, recandosi dalla Mecca alla piazza d'armi di Taif, sul versante orientale dei monti, secondo il botanico Schimper, trovasi 1,600 metri d'altezza: a nord, la catena s'abbassa a poco a poco; ma verso sud si rialza, e l'alta montagna di Gurned o dei Beni-Sufyan, che si scorge a sud-est, non avrebbe meno di 2,500 metri [1118]. Su questi punti elevati si crederebbe di essere nell'Apennino o nei Balcani. Acque correnti mormorano nei burroni fra i blocchi di granito; un'erba fresca, smaltata di fiori, tappezza le rupi; alberi fruttiferi ombreggiano le piccole case: reca stupore veder passare i cammelli polverosi, i Beduini abbronzati in mezzo a quei paesaggi graziosi che sembrano fatti per i pastori e le mandre d'Arcadia.
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