Ad oriente, la terrazza sabbiosa che forma il piedestallo del Negied, termina dalla parte del golfo Persico, sopra pianure costiere, con dirupi, che si potrebbero chiamare la sponda o l'argine continentale.
La regione di oltre mezzo milione di chilometri quadrati che occupa tutta la radice della Penisola, fra i monti del Trans-Giordano, quelli dell'Idumea e degli Harra ad ovest, il Giebel-Sciammar a sud, la pianura dell'Eufrate ad est ed a nord-est, forma l'Hamad, chiamato anche Badiet-el-Arab "Distesa dell'Arabo", o Badiet-esh-Sciam "Distesa Siriaca". È il temuto Sciol, che i rivieraschi dell'Eufrate, ascendendo le alte sponde della valle, vanno a contemplare talvolta, ma nel quale non osano avventurarsi. Tuttavia una gran parte di questo paese è arida steppa, dove i Beduini nomadi trovano erba in abbondanza per le loro mandre; ma vi hanno anche regioni dell'Hamad, persino fuori dei distretti di lave, che sono interamente coperte di pietre: qui sono ciottoli come quelli d'una spiaggia; altrove il suolo è lastricato di frammenti, granito, arenaria, selce, calcare, uniti come da una specie di cemento; in altri punti le sabbie si svolgono in lunghe onde, separate da letti di ghiaia; infine certe parti dell'altipiano sono tavole regolari sormontate da coni e prismi, avanzi d'un altipiano superiore disgregato: sono hamada come nel Sahara mauritanico [1130]. Queste regioni solitarie, che attraversano da Bagdad a Damasco, seguendo la linea delle sorgenti e dei pozzi, i corrieri del consolato inglese e del governo turco, sono la terribile contrada che, nei primi anni delle guerre dell'Islam, Khaled varcò alla testa di novemila uomini.
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