Nelle montagne del Yemen, le forti piogge cadono ordinariamente all'epoca normale pel clima dei tropici, vale a dire alla fine del mese di giugno ed in luglio. Talvolta in questa stagione la rupe d'Aden riceve da 16 a 18 centimetri d'acqua;[1137] ma accade altresì che le piogge manchino completamente; in tre anni, dal 1869 al 1872, le cisterne d'Aden furono riempite una sola volta [1138]. Nell'Hegiaz si aspetta la pioggia sopratutto in dicembre; a Mascate e nei monti dell'Oman è in dicembre e gennaio che avviene la più grande precipitazione d'umidità. In media, la caduta d'acqua è abbastanza abbondante nelle regioni abitate dell'Arabia meridionale fino al sedicesimo grado di latitudine; così le preghiere per la pioggia, che occupano un sì gran posto nel culto ordinario delle tribù settentrionali della Penisola, non si ritrovano nel rituale dei meridionali [1139]. Ma siano o no abbondanti le piogge, la zona montuosa, che le riceve, non è tanto estesa che un eccesso d'umidità discenda fino al mare, almeno per via dei corsi d'acque superficiali. Non v'è una sola corrente nel versante occidentale, che durante tutto l'anno attraversi la zona intera del Tehama per giungere al mar Rosso: tutte sono misyal (masil, masilah), analoghe alle fiumare dell'Italia, ai nallah dell'India. L'acqua s'esaurisce per istrada nei campi coltivati sulle rive, e quante volte è insufficiente per inaffiare i campi! Spesso le popolazioni aspettano per settimane e mesi l'acqua vivificatrice; si guarda il cielo, s'interrogano il vento e tutti i fenomeni dell'atmosfera; gli affari sono interrotti; la guerra stessa ha tregua fra le tribù. La folla si raccoglie per istudiare il nuvolo che si forma all'orizzonte, e quando si squarcia e l'acqua scorre nei burroni ed il letto sabbioso dell'uadi si riempie di un'onda rapida, tutti l'accompagnano coi loro canti e colle loro grida di gioia.
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