Secondo lo spostamento dei centri di calore, che ora si trovano sulla terraferma, ora sul mare, le brezze locali modificano incessantemente la loro direzione lunghesso le coste, sia per aggiungere la loro forza, a quella delle correnti generali, sia per ritardarle, neutralizzarle o cambiarne il cammino. Correnti aeree differenti per l'origine acquistano proprietà analoghe nell'attraversare le stesse regioni: mentre il vento del sud apporta in un luogo l'umidità, in un altro la reca il vento del nord, che è quello delle piogge; il simun prosciugante, lo sceluk avvelenato, viene dall'est per gli abitanti del Yemen; per quelli di Bagdad soffia dall'ovest. Nei Nefud le correnti atmosferiche dominanti sono quelle dell'occidente; ciò si riconosce dalla forma delle montagnole sabbiose e dall'inclinazione di tutte le piante, piegate verso oriente [1150].
Ma il fatto capitale nella circolazione delle arie sopra la Penisola è il ripiegamento del monsone di sud-ovest nel senso di sud-est. Le due catene di montagne, che chiudono i due mari laterali dell'Arabia, il golfo Persico ed il golfo Arabico, sono le strade tracciate per il movimento delle arie. Penetrando nelle maniche d'Oman e di Bab-el-Mandeb, il vento normale si ripiega per risalire i due golfi nel senso del loro grand'asse; così pure le correnti che scendono dagli altipiani dell'Iran e dalle montagne di Moab o di Median, s'ingolfano nelle fosse che s'aprono davanti a loro e le seguono fino all'imboccatura. Così si produce un'alternanza regolare di venti ascendenti e discendenti, che hanno singolarmente facilitato il commercio; anzitutto il soffio dei venti indicava agli Arabi le strade del mare.
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