Ma non avevano meno bisogno per questo di un'audacia sorprendente per lanciarsi fuori delle "porte" in un mare sconvolto dalle tempeste e le cui correnti, rapide ed irregolari, sembra non obbediscano ad alcuna legge precisa [1151]. I marinai dell'Oman, dell'Hadramaut, del Yemen ebbero questo coraggio, e dalla costa del Mozambico alle isole della Sonda furono un tempo i portatori di merci per tutte le popolazioni rivierasche dell'oceano Indiano; per molto tempo ne disputarono persino l'impero ai Portoghesi. Nei primi tempi dell'Islam, gli Arabi ebbero una gran parte anche nel commercio del Mediterraneo. Kremer ha ritrovato parecchie parole semitiche nella lingua dei marinai d'Europa.
IV.
I due mari della Penisola, il golfo Persico ed il golfo Arabico, si rassomigliano per il regime dei venti e la temperatura elevata delle loro acque; ma per altri riguardi differiscono molto. Il golfo Persico non ha diritto al nome di mare che per la sua estensione, valutata di 248,000 chilometri quadrati; ma non è profondo: in media, le corde dello scandaglio toccano il letto dopo essersi svolte da 40 a 80 metri, e si potrebbe, supponendo che il livello e le condizioni geografiche non cangino, calcolare approssimativamente l'epoca nelle quali le alluvioni apportate dallo Sciat-el-Arab avranno colmato il bacino marittimo, come hanno già riempito la metà settentrionale del golfo, diventata la Mesopotamia. La massa liquida è troppo poco notevole, perchè le correnti generali dell'oceano Indiano vi si possano propagare.
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