Il golfo Persico, il mare d'Oman sono fra le acque marine più ricche di vita animale. Migliaia di barche arabe, vogando in mezzo ai banchi animati, fanno in queste moltitudini assai piccole breccie, ben presto colmate di nuovo; si gettano fino a duecento passi di profondità grandi reti, che vengono ritirate, sempre piene, da trenta o quaranta uomini. I pesci, che si seccano al sole e che prendono in qualche ora l'apparenza di pezzi di legno, servono colla pasta di datteri all'alimentazione di tutti gli Arabi del litorale, e sono spediti lontano nell'interno della Penisola, nell'Indostan, a Zanzibar, sulle coste dell'Africa orientale. La minutaglia, che sarebbe difficile esportare, si rigetta in mare o si adopera per ingrassare i giardini di Mascate e le campagne del Batina. A detta di Nearco, le balene dovevano essere pure comunissime nel mar d'Oman, dappoichè gli "ittiofagi" della costa di Mekrun costruivano le loro case cogli ossami del cetaceo; adesso questi animali sono diventati rari, ma i marinai incontrano ancora in questi paraggi la balaenoptera indica, che forse è il mostro marino di più enormi dimensioni: giunge ai 27 metri di lunghezza [1152]. Gl'infinitamente piccoli pullulano a miriadi, tanto numerosi a volte da cangiare il colore del mare per migliaia di chilometri quadrati e trasformarlo in "latte" o in "sangue". La notte esso non è che "fiamma"; le imbarcazioni vi tracciano un lungo solco di fuoco, e dai due lati i remi lasciano i loro vortici fosforescenti: si direbbe un drago luminoso.
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