Quando soffia il monsone regolare, vale a dire durante l'estate, le acque penetrano nello stretto, venendo dall'oceano Indiano; quando i venti del nord hanno ripreso la preponderanza, durante l'inverno, le correnti si portano nella direzione del sud, ed il mar Rosso diventa un affluente marittimo del golfo d'Aden: la differenza del livello marino sulle spiagge dell'Arabia e del-l'Abissinia è di circa 60 centimetri, secondo la direzione del monsone;[1157] ma, oltre questi movimenti generali e le ondulazioni superficiali del flutto prodotte dalle brezze locali, si produce uno spostamento generale delle acque nella direzione dal sud al nord. Il golfo Arabico, ricevendo solo una piccolissima quantità d'acqua, giacchè non ha nemmeno un affluente perenne, può essere considerato come un immenso bacino d'evaporazione.
[Tavola 72.png - ISOLA GURIAH, NELLA BAIA D'AKABAH. Disegno di Taylor, da una fotografia del signor Frith].
Ripartito alla sua superficie, lo strato liquido portato dalle piogge e dagli uadi non ha che uno spessore infinitesimale, mentre la massa d'acqua trasformata in vapore sarebbe abbastanza grande da abbassare sensibilmente da mese a mese il livello del mar Rosso, se l'oceano Indiano non mandasse una corrente per sostituire le acque perdute. Maury, nella sua Geografia del mare, calcola a 7 metri lo strato d'acqua che evapora ogni anno alla superficie del mar Rosso: si sa, dalle esperienze fatte dal signor Salles su vasti bacini, che questa valutazione dell'idrografo americano era troppo grossa; ma se la perdita annua del golfo Arabico fosse anche soltanto d'un metro, i rivieraschi vedrebbero l'enorme bacino vuotarsi nello spazio di alcune generazioni.
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