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      Il cotone, il tabacco sono nel novero delle piante industriali dell'Arabia; ma la canna da zucchero, un tempo una delle principali coltivazioni del mezzodì della Penisola, non s'incontra più che nei giardini. Nella regione bassa, l'albero alimentare è il dattoliere, di cui si conterebbero centotrenta varietà nell'Hegiaz, secondo un autore arabo citato da Burckhardt: "Onorate il dattoliere", diceva Maometto, "perchè è vostra madre!" È forse l'Arabia che si deve considerare come patria del phoenix,[1170] l'albero che i Fenici propagarono nel mondo mediterraneo, dopo averlo essi stessi portato nella Siria all'epoca della loro migrazione verso il nord. Ma la pianta araba per eccellenza, il caffè, è d'origine etiopica: prima del secolo decimoquinto dell'êra volgare, nessun autore arabo o straniero menziona il grano aromatico fra i prodotti dell'Arabia; esso compare nel commercio della Penisola ed in quello del mondo all'epoca delle prime spedizioni portoghesi nel mare delle Indie; ma allora si mostra come il prodotto più prezioso dell'Arabia "Felice", e l'opinione unanime attribuì la pianta alle campagne di Moka, la città da cui il caffè era spedito in Europa. Le ricerche dei botanici hanno accertato che l'Arabia non ha il caffè allo stato selvatico e che la pianta è originaria dal paese africano di Kaffa, di cui porta ancora il nome; certo nella Penisola è cominciata l'utilizzazione industriale di questa pianta, che ha acquistato una sì grande importanza nel traffico del mondo, nella sua storia economica ed anche, dicono i panegiristi del caffè, nel suo sviluppo intellettuale e morale.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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