Il paese d'Oman è la patria dei dromedari più rapidi; le montagne dell'Hadramaut vedono nascere i più intelligenti; ogni provincia ha i suoi, di cui gli abitanti vantano le qualità e le virtù. La leggenda araba dice che il cammello e il dattoliere furono creati da Allah colla stessa terra di Adamo; essi erano nel paradiso terrestre col primo uomo, lo accompagneranno del pari nel mondo futuro, così come simboleggiava l'antico costume di lasciar perire di fame un cammello accanto alla tomba del suo padrone. Questa pratica crudele non è più osservata dopo Maometto: ma, se l'Arabo non associa più il cammello alla sua morte, lo fa partecipare della sua esistenza, lo ammette alle sue feste, sino ai suoi riti religiosi: è montato sopra un cammello che Maometto proclamava le sue leggi, e quando la folla dei pellegrini si raccoglie a piè del monte Arafat, è ancora dall'alto d'un cammello che parla il predicatore. La prima moschea fu eretta nel luogo in cui si sdrajò la cammella del Profeta dopo l'egira: là dove la cavalcatura d'Alì depose il cadavere del suo padrone, è stata eretta la cupola di Mesced-Alì o Negief; a dosso di cammello, infine, Maometto salì verso il cielo. Alla sua nascita, il cammellotto è portato sulle braccia dell'Arabo; "Ci è nato un figliuolo!" esclamano i membri della famiglia, come se si trattasse d'uno dei loro. Se ne ha cura infatti come di un figlio; gli si appendono al collo amuleti per allontanarne il malocchio. L'Arabo non batte mai il suo cammello; lo incoraggia a camminare colla voce e col canto; gli parla come ad un compagno e gli fa lunghi racconti;[1179] non permette che s'insulti e considera diretta alla sua persona ogni brutta parola detta alla sua bestia.
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