Gli abitanti dormono sulle terrazze delle case per evitare l'estremo calore degli appartamenti, e quando soffia il vento infuocato del deserto, s'inaffiano vicendevolmente, come piante, per sostituire l'acqua perduta colla traspirazione. Quindi i reumatismi sono una delle malattie più comuni a Mascate. Il clima è troppo snervante per gli Europei; solo due o tre vi risiedono; gli altri sono stranieri di passaggio. Nelle montagne vicine qualche borgo, come Rostak, è stato scelto a luogo di salute pei negozianti della città.
[Immagine 161.png - N. 161. -- MASCATE].
La popolazione di Mascate, attratta dal commercio, appartiene alle razze più diverse. Agli Arabi del litorale e dell'interno, che costituiscono il grosso degli abitanti, si uniscono Baniah dell'India, Balutsci, Persiani, Abissini, Somali, Negri di tutta la costa d'Africa, uomini mirabili per la statura e la muscolatura erculea. Il porto, che ha conferito a questo punto del litorale il vantaggio d'essere scelto come luogo di ritrovo dei marinai dell'Oceano delle Indie, è molto profondo, da 20 a 50 metri, e le navi vi trovano un buon ancoraggio, tranne durante i venti del nord-ovest: allora le imbarcazioni, arrischiando d'essere gettate sulla costa, debbono prendere il largo o cercare un altro ricovero. Il movimento degli scambi è notevolissimo, specie l'esportazione: i commercianti di Mascate spediscono pesce, datteri ed altri frutti, paste di halva, superiori a quelle di Smirne e di Costantinopoli, ed anche qualche stoffa di cotone.
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