Sohar, situata precisamente nel mezzo della curva concava formata dalla costa di Batnah, è la capitale di questa ricca provincia, ed il suo aspetto ricorda agl'Inglesi quello d'una città del Gudzerat o del Konkan: parrebbe d'essere nell'Indostan anzichè nella penisola araba. Una piazza bene ombreggiata si stende dalla spiaggia sino alla collina del castello, circondata d'una triplice muraglia; il palazzo del governatore è adorno di balconi, di torricelle, di colonne e d'arcate, che lo fanno somigliare a un edifizio indù; le case sono intonacate di tsciunam, un bello stucco indiano d'un bianco di marmo, e, nelle vie, qualche Parsi prova che il commercio di questa parte dell'Oman si rannoda alla piazza di Bombay. Gli artigiani di Sohar, tessitori, fabbri, calderai ed orefici, i più abili della Penisola, non la cedono punto a questi dell'Indostan. Il commercio marittimo di Sohar è molto inferiore a quello di Mascate. La città non ha porto, ma soltanto una rada aperta, dove le navi ancorano ad una certa distanza dalla spiaggia; tuttavia le acque piene di pesci sono coperte di barche da pesca. Verso l'interno, gli orti si stendono a perdita di vista sino ai villaggi vicini, gruppi di capanne di rami, perdute nel verde. Uno di questi villaggi, Mawah, ha più abitanti di molte città murate.
Sulla costa occidentale della Penisola, che chiude a mezzo l'entrata del golfo Persico, la città di Sciargiah, - oppure Sciarkah, cioè "l'Orientale", - rivaleggia con Sohar per la popolazione e la supera pel commercio.
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