Posta sulla "costa dei Pirati", Sciargiah non fa più che un pacifico traffico coi porti della Persia e dell'India. Gli stranieri vi sono numerosi e vendono scialli, armi, prodotti manifatturati del Bengala; la città possiede pure un'industria propria, ed intorno ad oggetti di valore vi s'intessono le più delicate filigrane d'oro e d'argento; i tessitori fabbricano i mantelli rossi, che tanto piacciono agli Omani, le tuniche di cotone, tanto ricercate dalle genti del Negiel, e tappeti molto pregiati su tutto il litorale del golfo. Sciargiah, e più a sud la città di Dobei, il cui porto, simile ad un lago, si congiunge al mare per un canale aperto in una spiaggia bianca, dove l'onda spinge grani d'ambra si trovano press'a poco sul limite occidentale della zona delle ostriche perlifere, e le loro flottiglie vanno a prender parte alla pesca, sui banchi del "Mare delle Figlie", al di là del porto d'Abu-Debi. Il piccolo porto di Ras-el-Kheima, l'antico nido dei pirati giewasini, è adesso una città pacifica di pesca e di commercio. Ad ovest, sulla penisola di Katar, le due piccole città di Wokra e di Bedaa hanno pure i loro porti pieni di barche nere, colle sponde rigate di solchi scavati sul legno dalla corda dei tuffatori.
Alcune città importanti si trovano pure nell'interno dell'O-man, ma ve n'ha poche che i viaggiatori europei abbiano visitato. Bireimah, capoluogo del paese di Dahirah, sulla strada da Sohar ad Abu-Debi, è un mercato agricolo attivissimo; Neswah, sul versante meridionale del Giebel-Akhdar, è una borgata industriosa, dove si fabbricano oggetti di rame col minerale estratto dai monti vicini; Minnah è circondata da coltivazioni, la cui ricchezza fece meravigliare Wellsted, abituato a vedere in tutta l'Arabia spazi deserti.
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