Il movimento degli scambi s'è portato più ad ovest davanti le coste del Mahrah e dell'Hadramaut, al di là del formidabile promontorio, il Ras Fartak. Scehr o la "Città", posta sulla riva dell'Oceano, è quasi deserta, ma all'interno s'è fondato il mercato ragguardevole di Suk-el-Bazir, città animatissima, benchè priva di porto; i marinai intrepidi del Mahrah possiedono una sessantina di bastimenti di piccolo tonnellaggio, che partono al primo soffio del monsone del nord e trafficano lungo le spiagge; prima della metà del secolo, questi butri servivano principalmente all'importazione degli schiavi. Ad ovest di Scehr, Makalla, posta sulla sponda d'una baia profonda e ben riparata, è superata in movimento commerciale soltanto dalla città inglese d'Aden; dominata da dirupi rossastri e da una parete d'un calcare abbagliante, innalzantesi all'altezza di 400 metri, essa guarda la costa dei Somali al di là del golfo d'Aden, ed è, infatti, col continente africano che esercita principalmente il suo traffico: Somali, Abissini, Negri, genti di Zanzibar abitano i suoi sobborghi, del pari che Indù; gomme, cuoi, senna, sesamo, incenso, tabacco, pinne di pescicani, tali sono gli oggetti principali d'esportazione della città. Makalla serve da mercato marittimo a ricchissime valli, dove, secondo de Wrede, l'unico viaggiatore che le abbia percorse finora, le città sarebbero più numerose che in qualunque altra parte della Penisola: a decine si conterebbero le agglomerazioni di seimila abitanti o più; in certe valli i giardini e le strade si susseguirebbero in una linea continua per più giornate di viaggio.
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