Nel muro esterno, presso la porta, è incastrata la famosa pietra nera, un aerolito, i cui pezzi staccati sono tenuti insieme da un cerchio d'argento. È la pietra santa, che un angelo consegnò ad Ismaele, il padre degli Arabi, e che nel giorno del Giudizio avrà voce per attestare in favore di quelli che l'hanno baciata con labbra pure. Sopra l'edilizio, poeticamente paragonato ad una fidanzata,1221 un velo di seta nero, dono del padisciah di Costantinopoli, ondeggia in lunghe pieghe; quel fremito della stoffa, dicono i pellegrini, è prodotto dal movimento d'ali degli angeli, che volano intorno il Cubo ed un giorno lo trasporteranno davanti il trono d'Allah. Quattro oratorî sorgono ai quattro canti della torre: sono i luoghi di preghiera delle quattro sêtte ortodosse dei maomettani sanniti: gli Sciafiti, che vivono specialmente in Siria e fra i Due Fiumi; gli Hanafiti, per lo più Bukhari, Balutsci, Afgani e Turchi; i Malekiti, quasi tutti Africani, e gli Hanbaliti, che sono in gran maggioranza d'origine araba. In una delle cappelle scaturisce un'abbondante fontana, lo Zemzem, acqua santa, che zampillò dal suolo per Agar ed Ismaele, quando errarono disperati nel deserto. Quest'acqua, che del resto è un po' salata, è ritenuta atta a guarire tutti i mali, e nelle città dell'Oriente i ricchi musulmani se la procurano a gran prezzo; però il chimico Frankland, che l'ha analizzata, dice di non aver "veduto mai un'acqua tanto impura di materie organiche".1222 Ma una volta essa non era, come oggi, commista alle acque di scolo.
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