Ma, qualunque sia il numero di coloro che vanno a pregare con sincerità sul monte Arafat, dove il padre universale Adamo avrebbe imparato dagli angeli la prima invocazione, tutti vi trovano posto: il monte si gonfia indefinitamente, dice la leggenda, per ricevere la folla degli adoratori. I mendicanti sono già a posto a centinaia e migliaia quando si presentano i fedeli; seduti sulle sporgenze, essi stendono i sucidi fazzoletti ai passanti perchè vi gettino i loro doni. "Pensa al tuo dovere, pellegrino!" gli dicono, reclamando quello che credono appartenga loro di diritto. Quando la cerimonia incomincia, tutti si affollano sui pendii, in guisa da potere, se non udire, almeno vedere il cadì della Mecca, che parla e gesticola dall'alto del suo cammello; le carovane di hagii sono, esse stesse, rappresentate sulla cima del monte Arafat dai mahmal o cammelli sacri delle carovane, che portano alti catafalchi e sontuosi panneggiamenti. Appena il predicatore ha levato le braccia verso il cielo per invocare la benedizione dall'alto sulla folla raccolta, migliaia di voci emettono insieme lo stesso grido: "Lebeik Allahuma Lebeik!" - "Noi siamo ai tuoi ordini, o Dio!" Poi tutti si precipitano verso la base della montagna; da lontano, vedendo quella moltitudine d'uomini in camicia bianca balzare di gradino in gradino, si direbbe una cateratta di schiuma. Il giorno seguente, dopo una notte clamorosa, un'altra preghiera si fa all'alba, e la folla ripiglia la strada della Mecca. Passando per una forra, è uso gettare delle pietre alla base d'una parete per simulare la futura lapidazione del diavolo.
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