Enormi mucchi di detriti si sono accumulati in quel punto, dove da migliaia d'anni senza dubbio si compie il simulacro dello sterminio di Eblis. Più in là si fanno i sacrifizi, ed a seconda della propria condizione, ogni pellegrino sgozza una o parecchie bestie; il sangue scorre a torrenti sulla sabbia, e stormi d'avoltoi si gettano sulle carogne, senza aspettare neppure che gli ultimi pellegrini abbiano abbandonato il campo della carneficina.
[Immagine 165.png - N. 165. -- LA MECCA E GEDDAH].
La Mecca occupa il centro d'un territorio sacro, l'Hudud-el- Haram. Essa è completata ad oriente dalla piazza forte di Taif, posta sull'orlo dell'altipiano centrale, in un vallone pieno del verde degli alberi da frutto: è il crocicchio di tutte le strade che si dirigono verso l'interno dell'Arabia. Ad occidente, l'altra piazza avanzata della Mecca è la città marittima di Geddah, fabbricata sulla sponda del mar Rosso, in un'antica spiaggia, dove si vedono ancora le tracce del soggiorno delle acque; così, sebbene le case siano ben costruite e l'aria circoli facilmente nelle vie, Geddah è insalubre; anche la brezza marina le reca le emanazioni impure di stagni lasciati dal riflusso in mezzo ai coralli. Focolare d'infezione, dal quale i pellegrini hanno frequentemente portato il colera sulle rive del Mediterraneo, Geddah è la stazione principale della Commissione sanitaria internazionale, e tutti i pellegrini, che sbarcano, devono contribuire, col pagamento d'una piccola tassa, circa 2 lire, all'applicazione delle misure di salubrità. Geddah è la città più ricca delle spiagge del mar Rosso.
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