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      A Medina si è intolleranti verso le donne più che alla Mecca: l'accesso alla gran moschea non è loro proibito, ma anche recentemente potevano presentarvisi soltanto di notte.
      La città è posta sul pendìo orientale delle montagne esterne, che separano il Tehama dall'altipiano centrale; a poca distanza a nord si fermano le colate di lava porosa uscite dal cratere dell'Ohod, la montagna famosa, che un giorno deve essere trasportata in Paradiso, come teatro della vittoria riportata da Maometto sui suoi nemici; ad est, ad ovest sorgono pure alcune cime, una delle quali è quella d'Aira, dove il Profeta corse pericolo di morire di sete e che sarà precipitata nell'inferno. Verso il sud, la pianura prolunga a perdita di vista le sue distese grigiastre, dove le argille si alternano con le sabbie e la creta. Gruppi di palme rallegrano la campagna, dovunque l'acqua dei pozzi basti all'irrigazione; tuttavia i freddi sono sensibilissimi a quell'altezza, che è probabilmente prossima a 1,000 metri; come ripete un detto attribuito a Maometto, "l'uomo che sopporta pazientemente il freddo di Medina ed il calore della Mecca, merita una ricompensa nel Paradiso". La città propriamente detta, molto meno grande della Mecca, è un'ovale circondata da mura, che terminano a nord-ovest con una fortezza; ad ovest ed a sud, un largo baluardo separa la città da sobborghi più estesi, frammisti a giardini, che un miserabile bastione di terra battuta limita dalla parte delle campagne. Un uadi, le cui inondazioni improvvise hanno spesso devastato Medina, attraversa i sobborghi e va a perdersi lontano nella pianura; inoltre un canale sotterraneo, simile ai karez dell'Afganistan, porta alla città un'acqua un po' dura che serve però all'alimentazione dei Madani ed all'inaffiamento dei loro giardini: all'acqua di Medina si attribuisce spesso l'origine di un sensibile verme parassita dell'uomo, la "filare" medinensis, tanto comune in certe regioni dell'Arabia; ma, secondo Burton, esso colpisce piuttosto raramente gli abitanti della città del Profeta.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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