La Commissione sanitaria internazionale aveva scelto questa baia profonda e ben riparata per stazione di quarantena, sulla strada da Suez a Geddah; ma è a Tor che si fermano i pellegrini mograbini per subire la visita dei medici, come gli hagii del sud nell'isola di Camaran. Il borgo d'El-Wegi è in terraferma, ma non è meno isolato che se si trovasse in pieno mare; intorno alla baia non si vedono che sabbie e rupi; qua e là qualche rovina di città costruite al tempo dei Faraoni o dei Romani rompe l'uniformità delle solitudini. Le città degli antichi Nabatei, che Burton pensa di rilevare nel paese di Madian per l'utilizzazione delle miniere d'oro, sono informi rovine che si confondono colle rocce.
Tutto l'Hamad, a sud di Palmira, fra la valle dell'Eufrate e le montagne dell'Hauran, appartiene alle tribù erranti, Anazeh, Sciammar, Roala, Moali, Haddadin, Beni-Sakhr e Scerarat. Le città o meglio i gruppi di villaggi che sorgono in uno stesso palmeto, non s'incontrano che a sud dell'Hamad, nei pressi delle montagne costiere dell'Arabia occidentale e del Giebel-Sciammar. A nord-ovest del gran Nefud, una delle cavità che fanno parte della depressione dell'Uadi-Sirhan, il bacino del Giof, avanzo d'un antico mare che serpeggiava fra le steppe dell'Hamal e il deserto, racchiude due città popolose. Il letto asciutto del lago, dove giace l'oasi di Giof, è all'altezza media di 560 metri: alcuni pozzi scavati nella parte più profonda del bacino favoriscono acqua sufficiente da servire all'irrigazione di un'oasi di 3 chilometri quadrati, nel mezzo della quale s'aggruppa qualche centinaio di case circondate da un muro merlato e da una cortina di palme.
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