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      L’uomo oppone ostacoli forse maggiori della natura all’esplorazione ed alla conquista africana. Gli Europei solo nei tempi moderni penetrarono bene addentro nel continente, ma vi recarono maggiore patrimonio di gelosie sanguinose che d’accordi fecondi. Nessun durevole e penetrante influsso ebbero le conquiste romane, le esplorazioni portoghesi, i negozi veneti e pisani, e fu anzi una gara di monopoli a chi meglio avrebbe tenute nascoste le proprie conquiste e tappati con maggior cura gli spiragli alla civiltà, come dire alla concorrenza di genti rivali. Le popolazioni africane non sono così rade come si è per molto tempo presunto, ed oppongono vive e fortunate resistenze armate. Fitta è dovunque la barbarie, e riesce più astuta là dove passarono i trafficanti arabi, o penetrarono coi funesti loro donativi gli Europei. I sacrifici umani, l’antropofagia, le stragi più disumane, le caccie all’uomo, tutto dimostra come le razze dell’interno e molte del litorale sieno fra le più paurose genti colle quali la civiltà sia mai venuta a contatto. Notevole è l’odio loro per lo straniero, del quale non sanno discernere le varietà nazionali, nel colore comune della pelle, come di un primogenito privilegiato, e sommano a suo carico le calcolate ferocie iberiche, le razzìe arabe, le severe repressioni britanniche. Sanno, per molteplici contatti col litorale, che la vantata nostra civiltà, reca loro, quasi doni nuziali, armi da fuoco, nuove e fatali ebbrezze, raffinamenti di vizi, e nuovi orribili contagi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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