Come il Sahara ed il Sudan trovano la loro linea di confine nel 16° grado di latitudine, anche nel bacino del Nilo si trova sotto la stessa latitudine il limite tra la valle superiore del Nilo, feconda e bene irrigata (la Meroe degli antichi, dove trovasi la capitale del già «Sudan egiziano», Chartum), e le deserte terre della Nubia.
All’altra estremità del Sudan, le montagne, da poco tempo esplorate, che circondano ad occidente e a mezzodì il bacino del Gioliba, separano l’Africa centrale da una grande zona marittima, la quale, cominciando al Senegal, si estende in un grande arco sino al golfo di Benin, abbraccia tutta l’alta Guinea ad eccezione del Senegal e della Senegambia, ed è pari per la sua rigogliosa fertilità al bacino del Nilo nell’Africa orientale.
La conformazione dell’Africa è diversa a sud dell’Equatore; alle basse pianure succede l’altipiano (1000-1200 metri sopra il mare). La parziale cognizione posseduta dall’Europa di questa parte meridionale dell’Africa centrale ha principio dalla spedizione dei due inglesi Burton e Speke (26 giugno 1857) da Mombas, sulla costa dello Zanzibar, verso l’interno, nella quale, in febbraio 1858, essi raggiunsero la spiaggia orientale del gran lago centrale africano Tanganica. Il vero pernio centrale dell’Africa, sconosciuto per migliaia d’anni, venne scoperto da Enrico Stanley, il più celebre fra i viaggiatori africani del tempo attuale. In grazia alle sue scoperte, fu aperto al commercio del mondo e diventò il nuovo, immenso Stato del Congo, fiume navigabile per 225 miglia.
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