1886 (dicembre). Il dottor Junker lascia Emin bey e Casati coi quali era stato quasi prigioniero a Uadelai e torna in Egitto recando importanti rilievi geografici e la sicurezza dell’identità fra l’Uelle e l’Ubanvi.
Per questo volume, consacrato al bacino del Nilo, ho avuto l’onore di poter arricchire le mie pagine di note preziose dovute ai signori GASTONE MASPERO, ERNESTO DESJARDINS, ENRICO DUVEYRIER, i cui nomi scrivo qui colla più viva riconoscenza. Fra gli Europei residenti in Egitto, i signori BONOLA, AMICI, BAROIS, CHÉLU hanno avuto la cortesia di fornirmi documenti o segnalarmi errori di redazione, ed in Europa profittai, come negli anni precedenti, del concorso che, a varii titoli, largamente mi prestarono i signori METCHNIKOV, SENSO, PERRON, ELIA RECLUS, C. SCHIFFER, POLGUÉRE, CEUGNEY. Devo scusarmi coi miei lettori e coi miei critici, specialmente col signor ENRICO DUVEYRIER, per la non sempre corretta ortografia dei nomi arabi ed abissini. Ma sino a che la scienza non avrà adottate norme fisse per trascrivere i nomi da diversi alfabeti, sarà pure necessario attenersi al prevalente uso comune.
NUOVAGEOGRAFIA UNIVERSALE
LIBRO XL’AFRICA SETTENTRIONALE
CAPITOLO PRIMOCONSIDERAZIONI GENERALI
I.
Il nome stesso dell’Africa dimostra che, anche in un’epoca recente, il continente non faceva parte del mondo conosciuto. Pei Greci era la Libia(2), dai confini ignoti, che si stendeva lontano verso le regioni del sud e del ponente; fra molte altre denominazioni mitologiche o poetiche, gli davano anche quelle vaghe d’Eskhatia o «Fine del Mondo» e d’Esperia o «Paese d’Occidente»(3) adoperato anche per indicare l’Italia, poi la Spagna, e divenuto, nella forma Araba di Maghreb, il nome della Mauritania.
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