Nell’insieme di queste montagne, malgrado le larghe brecce per cui passano i fiumi Limpopo, Zambese, Giuba, si riconoscono quasi i resti d’un baluardo, che comincia nelle regioni del Capo e si prolunga a nord fino alle alture etiopiche. In questa zona di montagne costiere sorgono i picchi più alti dell’Africa, i vulcani spenti Kilimangiaro ed il Kenia, che sono forse le vette dagli antichi chiamate «Montagne della Luna». Ad ovest, sull’altipiano, s’allunga una serie parallela d’altri vulcani, alcuni dei quali sarebbero ancora fumanti, e sull’altra riva del Nyanza una terza catena, dominata dai coni del Mfumbiro e del Gambaragara, formerebbe l’orlo occidentale, spartiacque fra il Nilo superiore ed alcuni affluenti del Congo. In questa regione l’altipiano di displuvio ha quasi 900 chilometri di larghezza. A nord termina col gruppo dei monti abissini, cittadella di rupi, che per la potenza del suo zoccolo supera tutti gli altri sistemi orografici del continente. Le vette dell’Etiopia fanno riscontro a quelle dell’Yemen, e sono del pari un frammento di quel bordo che si sviluppa intorno al mare delle Indie ed all’Oceano Pacifico, dal capo di Buona Speranza al capo Horn, in un immenso semicerchio di 40,000 chilometri, eguale alla circonferenza del globo.
N. 1. — MONTAGNE ED ALTIPIANI DELL’AFRICA (Da varii documenti) [vedi 001.png]
Benché non ancora esplorata per intero, l’Africa è abbastanza conosciuta per poterne tracciare il rilievo nelle linee principali. Il «continente nero», come nel contorno è più compatto, meno frastagliato delle altre parti del mondo, così nell’interno è meno frastagliato dal lavoro d’erosione delle acque: le sue terre superano in altezza media quelle dell’Europa e dell’Asia, benchè non vi siano montagne eguali alle grandi Alpi ed al Caucaso o paragonabili all’Imalaja.
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