N. 2 — IDROGRAFIA DELL’AFRICA, SECONDO I GEOGRAFI DEL MEDIO EVO [vedi 002.png]
La forma rudimentale, carattere complessivo del continente, si ritrova nel suo albero idrografico. I fiumi dell’Africa, in gran parte impegnati nello spessore dell’altipiano, hanno per lo più un corso irregolare e come incompiuto: sono tagliati da rapide e cascate; hanno valli strette e spesso ridotte a semplici chiuse. Anche quelli molto copiosi d’acque sono, fatte le debite proporzioni, accessibili alla navigazione meno dei fiumi degli altri continenti: da questo lato il contrasto fra le due parti del mondo, che più spesso si paragonano fra loro, l’Africa e l’America del Sud, è completo, perocchè nella metà meridionale del Nuovo Mondo gli estuari sono golfi ed i possenti corsi d’acqua, che vi si gettano, sono largamente aperti fino a piè delle Ande. Di certo la brevità relativa dei corsi navigabili è uno dei motivi che, insieme alla scarsità delle isole costiere, alla mancanza dei porti ed all’immensità dei deserti, hanno contribuito a deviare dall’Africa il movimento generale delle nazioni commerciali. I tre fiumi principali per lunghezza di corso, il Congo, il Gioliba o Niger ed il Nilo, sono interrotti da cateratte e rapide, che impediscono l’accesso a paesi popolosi dove la ramificazione fluviale s’estende sopra centinaja di milioni d’ettari. Il Congo ed il Nilo, nascendo nella regione degli altipiani elevati, dove la pendenza è ancora indeterminata, attraversano nella parte superiore dei bacini grandi laghi, che una vaga tradizione rappresentava non ha guari come un mare interno d’immensa superficie.
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