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      La maggior parte dell’area tropicale dell’Africa è soggetta al regime delle piogge periodiche, e le piante soffrono un lungo periodo di siccità. Ne consegue che la vegetazione arborescente non vi ha mai tanta forza e potenza quanta nell’America meridionale, tranne nelle pianure interposte al Nilo e al Congo, sulle sponde di alcuni fiumi che spariscono sotto volte di verzura, e nei pressi del golfo di Benin, dove l’atmosfera è molto più umida che nell’interno. Le savane occupano un gran tratto della zona del Sudan; vero è che in certi punti le graminacee ed altre erbe crescono in masse talmente fitte, che gli animali rifuggono dal penetrarvi; nelle paludi del Nilo certe specie d’andropogonee hanno culmi non legnosi dell’altezza d’oltre 6 metri(23); le giraffe possono rifugiarvisi a testa alta e sparire agli occhi del cacciatore. Le diverse graminacee dell’Africa centrale non sono mescolate come quelle dei prati europei: sopra spazi di più centinaia di chilometri quadrati il suolo è coperto per intero da una sola specie. Da lontano par di vedere campi di grano dagli steli giganteschi; il botanico ravvisa a distanza le forme vegetali dal colore e dall’ondeggiar delle masse agitate dal vento(24).
      Gli alberi spinosi sono in proporzione assai numerosi nelle foreste della zona sudanese, e dicesi che i boschi dissodati non si ricostituiscano così facilmente come nell’America meridionale; i campi abbandonati dai negri non presentano punto, anche dopo molto tempo, una nuova vegetazione forestale.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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