Questa flora si distingue per le acacie spinose, le mimose, e, come quella della Nigrizia settentrionale, è ricchissima di specie di graminacee; al nord dei suoi confini s’incontra, in qualche stazione raramente umettata dalle piogge, l’albero strano, il welwitschia, accanto al quale qualche viaggiatore è passato senza vederlo, tanto poco si eleva sopra il suolo: immerso nella terra con una specie di cono rovescio, non mostra all’aria che una tavola nodosa, larga più d’un metro, dalla quale s’espandono a destra ed a sinistra due cotiledoni simili a grembiali di cuoio lacerato, talvolta lunghi oltre cinque metri dopo un periodo centenario di sviluppo.
Il passaggio fra l’una e l’altra zona vegetale, sulla costa orientale dell’Africa, è più graduato che non sulla occidentale, dove l’area del Kalahari tronca bruscamente la zona tropicale; ad est la transizione avviene insensibilmente a nord come a sud, pel bacino del Limpopo e pel Natal; il limite polare delle palme sulla costa dell’oceano Indiano, bagnata dalla corrente tiepida del Mozambico, si stende 16 gradi di più a sud che sulla spiaggia dell’Atlantico(27). Ma nell’insieme la vegetazione dell’Africa meridionale, a sud del fiume Orange, si distingue nettamente dalle forme di qualunque altra regione. Sebbene il paese non riceva piogge molto abbondanti, e sebbene le formazioni geologiche siano poco variate, tuttavia la flora del Capo, costituita principalmente d’erbe, arboscelli ed arbusti, è unica al mondo per la moltitudine delle specie che vi si mescolano: nessuno dei paesi più ricchi dell’Europa può esserle in ciò paragonato; in verun luogo della terra le montagne presentano sui loro pendii maggior copia di forme vegetali, disposte in zone ben limitate secondo l’altezza.
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