A poco a poco le esplorazioni dei viaggiatori permetteranno di ridurre la parte ipotetica di queste cifre approssimative(35).
Frequentemente si dà all’Africa il nome di «continente nero», come se tutti gli abitanti fossero veramente negri, di un tipo analogo a quello degli abitanti della costa dell’Atlantico equatoriale: in tal modo l’appellativo di Beled-es-Sudan o «Nigrizia» verrebbe esteso a tutta la massa continentale. Ma i veri negri, sebbene formino forse la maggioranza della popolazione dell’Africa, non occupano nemmeno la metà del territorio: le altre regioni, a nord, a sud, ad est, appartengono a nazioni e tribù differenti per aspetto fisico ed aggruppate in razze o sotto razze distinte. Si è supposto che tutti i popoli dell’Africa, tutti i «figli di Cam», dai Berberi agli Ottentotti, discendano da un medesimo ceppo originario, e che le divergenze, del resto riunite da graduali passaggi, provengano dall’adattamento ad ambienti diversi(36); ma è un’ipotesi che non si può provare direttamente, e sopra ogni cosa si resta colpiti dai contrasti etnici, originari o derivati, che presentano da nord a sud le varie popolazioni africane. I diversi gruppi di neri, per non citare che questi, presentano nello scheletro, nella muscolatura, nella fisonomia, nel colore, del pari che nel linguaggio, contrasti altrettanto recisi quanto quelli dei bianchi d’Europa verso i gialli dell’Asia orientale(37). Però le classificazioni degli etnologi, fondate sulle rassomiglianze fisiche e le affinità dei linguaggi, tuttora non hanno che un valore convenzionale e provvisorio.
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