Ma in quell’anno e nel 1882 vi si presentarono alcune compagnie francesi, che poi abbandonarono l’impresa. La compagnia inglese ha il suo deposito principale ad Akassa, alle foci del Nun, e circa 100 stazioni o fattorie sino a Bussa, sul Niger, a 600 miglia dal mare, dove vi è la prima cateratta, e sino a Yola sul Benuè, a 750 miglia.
Fra i nuovi possedimenti Tedeschi di Camerun ed il Gabon, i nativi possiedono 105 miglia di litorale, occupati dalla tribù dei Banaka, ai quali però accenna già la Germania, coll’occupazione di G. Batanga. In gran parte inoccupato si può dire il litorale fra S. Caterina ed Ambriz, per 450 miglia, ma è tutto disseminato di stazioni e di fattorie europee che ne tengono i punti migliori e spingono nell’interno le loro operazioni: il tratto fra Ambriz e le foci del Congo è reclamato però dal Portogallo. Cessò del pari di appartenere ai nativi la costa dei Damara e dei Namaqua, sino all’Orange, occupata in gran parte dalla Germania e per breve tratto dall’Inghilterra.
Da Warscheikh a nord, sino al capo Guardafui ed oltre sino ai confini egiziani, ad eccezione dei possedimenti europei, il litorale è dei Somali. L’Egitto aveva esteso il suo dominio sino a Berbera, ma poi se ne ritrasse, ed oggi si può dire che quasi tutta la costa appartiene a quella selvaggia tribù. Selvaggia è pure l’isola di Socotra, occupata dagli Inglesi nel 1834 ed abbandonata nel 1839, il cui sultano è però obbligato da un trattato coll’Inghilterra a non cedere l’isola a nessuna potenza o compagnia straniera.
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