Questa palude è il Kiogia o Kapeki, scoperto da Carlo Piaggia. A piccola distanza a valle, sulla curva occidentale di un lungo meandro, il fiume riceve l’affluente navigabile di Kafu. Al di sotto descrive un’altra curva verso oriente e verso settentrione, poi volge bruscamente ad occidente, e mantiene la medesima direzione fino al gran lago di M’wutan-N’zige: in questa parte del suo corso è generalmente indicato sulle carte inglesi sotto il nome di Somerset. Largo oltre a 400 metri in media, il fiume sarebbe perfettamente navigabile, se il pendio non ne fosse troppo rapido: secondo le misure approssimative fatte dai viaggiatori, la totale inclinazione del Nilo, in questo spazio di circa 150 chilometri, sarebbe di 695 metri, ossia più di 4 centimetri e mezzo per ogni metro di corso. La prima cascata di questa parte del Nilo, quella di Karuma, è piuttosto una rapida; l’acqua, ristretta fra pareti di sienite, guizza con un salto regolare quasi come una chiusa fatta dalla mano dell’uomo, e sfugge in getti spumeggianti; da monte a valle la differenza di livello è di circa 3 metri. Ma a questa prima rapida altre ne succedono, e sono quelle di Tada, Nakoni, Assaka, Kadia, Wade, Ketutu: qui è la soglia principale che il Nilo sormonta per discendere dalla regione degli altipiani. Sopra uno spazio di 30 chilometri l’acqua sfugge di chiusa in chiusa, frangendosi sugli scogli, empiendo l’atmosfera di vapori che ricadono in pioggia sugli alberi della riva; neanche le piroghe degl’indigeni possono arrischiarsi in queste rapide.
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