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      L’azione della corrente ha, per dir così, segata la rupe abbassando gradatamente il livello del fiume: la parete della riva meridionale s’innalza a 40 in 50 metri di altezza verticale al di sopra delle acque spumanti(87).
      Con una maestosa cascata ha termine il corso torrenziale del Nilo Somerset. Sopra una ventina di chilometri al di sopra della cascata l’acqua ha tale pendenza, che una rapida succede del continuo ad un’altra: l’inclinazione del fiume è di 10 metri almeno per ogni chilometro(88). Di botto la corrente, ridotta ad una larghezza di 50 metri appena, si slancia da un cornicione tra due nere ripe scoscese, e piomba a 35 metri di profondità, in un bacino di onde volteggianti, circondate di spuma; una nebbia iridata s’innalza dalla cascata come un fumo, ondeggiante sotto la brezza; a 100 metri al di sopra dell’acqua sempre agitata si librano i ventagli delle palme. Baker, il primo europeo che visitò questa cateratta, le diede il nome di cascata di Murchison, denominazione che potrebbesi mutare con quella di Scioa-Moru, che è il villaggio più vicino. Quasi immediatamente al disotto del gorgo inferiore, l’acqua si calma; il fiume, largo da 150 a 250 metri, rimane quasi immobile; si direbbe piuttosto un riflusso del lago M’wutan-N’zige che la continuazione del rapido corso d’acqua che si è visto fuggire fra gli scogli. Questo fenomeno si spiegherebbe, secondo Linant de Bellefonds ed altri viaggiatori, coll’esistenza di un affluente laterale che si dirigerebbe a maestro per andare a raggiungere il Nilo inferiore senza attraversare il lago: questo affluente sarebbe il vero fiume(89).


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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