Il lago scoperto da Baker, e da lui denominato Albert-N’yanza, è conosciuto dai suoi littorani orientali sotto il nome di «Mare delle Cavallette, M’wutan-N’zige»: altri indigeni lo chiamano la Grande Acqua. Nondimeno ha dimensioni molto inferiori al N’yanza: si estende da libeccio a greco, per una lunghezza di circa 150 chilometri; la sua media larghezza supera i 30 chilometri; secondo le misure approssimative di Mason, occupa una superficie di 4650 chilometri quadrati; la sua altezza è di 700 metri: dunque dal N’yanza fino a questo bacino inferiore il Nilo ha discesa quasi la metà del declivio continentale, fra gli altipiani ed il Mediterraneo. Come il Mar Morto, il M’wutan N’zige riempie, a quanto pare, il fondo di una fessura del suolo: è dominato a dritta e a sinistra da montagne scoscese, mentre alle due estremità, settentrionale e meridionale, vien terminato da baje a dolce pendio, fiancheggiate da spiagge basse. Le alte rive scoscese della sponda orientale, rocce di granito, di gneiss, di porfido rosso, formano come un primo gradino della scala che sale verso l’altipiano d’Unyoro e d’Uganda. I fiumi che provengono dalle paludi di queste alte terre, non hanno ancora potuto aprirsi un alveo regolare attraverso le pareti esterne dell’altipiano; e come il Nilo alle cascate di Murchison, essi scendono tutti per cataratte, meno potenti di quelle del gran fiume in quanto alla massa liquida, ma più alte: l’altezza di queste colonne d’acqua che piombano nelle fosche chiuse dall’alto dei cornicioni di rupe, è valutata approssimativamente a 300 metri.
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