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      Benchè il golfo di uscita stia ad una ventina di chilometri soltanto dal golfo di entrata, pure il Nilo, che vien fuori in direzione del settentrione, non è la stessa corrente che ha formato la cateratta di Murchison: questa corrente si è dispersa nella Grande Acqua; l’altro fiume è il soverchio dell’immenso serbatojo. Fra i due imbuti fluviali la profondità è poco notevole, ed un intero arcipelago di isolette e di banchi di sabbia è disseminato nelle acque dinanzi ai littorali.
      All’uscire dal M’wutan N’zige, il Nilo, chiamato pure in questa parte del suo corso Kir, Meri e Bahr-el-Giebel o fiume delle Montagne e con parecchi altri nomi secondo i dialetti delle tribù littoranee, scorre verso settentrione e nord-est. Il fiume ha un corso tranquillo, e con una larghezza di 500 a 2000 metri, serpeggia in lunghi meandri fra due rive verdeggianti. Nel bel mezzo del corso l’acqua è profonda da 5 a 12 metri, e grosse navi potrebbero in ogni stagione fare il servizio degli scali littoranei fino a 200 chilometri a valle del lago. Isole boscose ed isolette che sorgono fuor dell’acqua come gruppi di papiri, fiancheggiano le sponde; spesse volte, sopratutto al principio delle piene, veggonsi isole galleggianti seguire il filo della corrente. I materiali che danno origine a queste isole consistono in zattere di fronde e di canne che vengono ad incagliarsi su gruppi folti di alte erbe acquatiche, e che s’induriscono sotto l’azione dell’acqua come gomene. Questi frantumi di piante si decompongono e formano un primo strato di terriccio galleggiante, che non tarda a coprirsi di vegetazione: le barbe, le radici si frammischiano, e danno finalmente al tappeto vegetale una certa saldezza; per cinque o sei anni la flora si rinnova in questi giardini galleggianti, poi la rete delle barboline si decompone a sua volta, e il terreno si divide in frammenti ineguali, che vengono giu volteggiando sull’acqua(92). Ma accade spesso che quei frantumi vegetali s’accumulano in quantità tanto grande, da far sì che le masse galleggianti mettano radice qua e là nel fondo dell’alveo, e nel bacino del Nilo si sono veduti fiumi affatto coperti da queste isole mobili ed elastiche, sulle quali si arrischiano perfino le carovane.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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