Alle paludi di No bisogna attribuire l’origine di quelle acque verdi che si osservano al Cairo nella prima decade di giugno e talvolta per più lungo tempo, durante venti o trenta giorni; l’acqua del fiume, piena di cellule vegetali, prende allora un sapore palustre e diviene insalubre: i littoranei non ne bevono e si contentano dell’acqua di cui si sono provveduti prima del periodo delle torbide. Le prime piene delle correnti dell’Etiopia sommergono tutti questi frantumi vegetali o li rigettano nei canali, rendendo così all’acque del Nilo le sue tanto vantate qualità(104).
Il «fiume delle Gazzelle», che si congiunge alla corrente principale nel bacino del lago No, è un bahr, cioè un fiume considerevole, un mare che scorre perpendicolarmente al Nilo superiore e precisamente nella direzione da ponente a levante, che è quella delle acque congiunte al disotto del confluente; il Bahr-el-Ghazal porta l’acque di piena che distruggono gli sbarramenti temporanei e nettano i passi: esso spazza gl’ingombri formati dal Nilo. In questa corrente comune del Bahr-el-Ghazal si sono riuniti cento altri fiumi, che contrastano in modo singolare per la loro moltitudine ed abbondanza con la scarsezza o la mancanza totale d’acque correnti che presenta più a settentrione il bacino idrografico del gran fiume. Nel suo insieme la ramificazione degli affluenti del Nilo è distribuita molto inegualmente, in modo da rendere visibile, per così dire, l’opposizione dei climi. Nella regione delle sorgenti, sugli altipiani, il N’yanza ed il Nilo Somerset ricevono tributarii dall’oriente e dall’occidente; le piogge cadono in tutta la regione in quantità tanto considerevole da far convergere fiumi da tutti i lati verso il serbatojo lacustre.
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