Non è possibile che ciò avvenga: in forza della differenza di temperatura l’acqua dell’alto Abai deve spandersi lontano alla superficie del lago o sommergersi nelle profondità; ma sembra certo che una sensibile corrente si rechi dalla bocca d’ingresso alla bocca di uscita, e questa corrente, formata dalle acque stesse del lago, si distingue spesso da lungi pei riflessi della superficie(115).
Il Tana non può stare a paragone per estensione coi grandi laghi dell’Africa centrale: secondo le misure di Stecker esso ha 2980 chilometri quadrati di superficie(116), meno della ventesima parte del N’yanza; un tempo fu più considerevole, come attestano, principalmente a settentrione, alcune pianure di alluvione. La sua forma in generale è di un cratere, fuorchè a mezzodì, ove si prolunga come un golfo verso l’estuario di uscita. Molti autori hanno omessa l’ipotesi che questo lago sia in fatti un immenso imbuto vulcanico: sarebbe più semplice vedervi un bacino di sommersione, come ve n’ha in diverse contrade che nascondono nelle loro profondità focolari sotterranei; colline di basalto, che s’innalzano a poche centinaia di metri, s’ergono come promontorii intorno al lago, ed isole rotonde, che sorgono dalle acque, sembrano essere state coni di eruzione. È probabile che nella parte centrale del bacino la profondità sia considerevole; Rochet d’Héricourt avrebbe trovato 197 metri non lungi dall’isola Meteraha o Matraha, presso la costa orientale; ma scandagli fatti di poi nei medesimi paraggi parrebbero indicare un errore nelle sue misure: la maggiore profondità d’acqua trovata da Stecker è di soli 72 metri; nondimeno egli ha gettato lo scandaglio nel golfo meridionale del lago, lungi dagli spazii senza isole della parte settentrionale.
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