Nel periodo delle acque magre, quelle del Bahr-el-Azraq diminuiscono da sopra in sotto; si può allora attraversare il Nilo in molti punti rimanendo col petto fuor dell’acqua. Il Yabus ed il Tumat, principali tributarii del mezzodì, non sono in apparenza altro che letti di sabbia per più di una metà dell’anno, ma l’acqua vi scorre invisibile. Uno dei grandi affluenti orientali, il Rahad o Abu-Ahraz, che nasce sul versante occidentale della catena laterale etiopica, è totalmente a secco prima della stagione delle piene, fino ad una gran distanza al disopra del confluente; ma da giugno a mezzo settembre, quando le pioggie cadono a rovesci sulle pendici dei monti, il vasto letto del fiume è riempito fino alle sponde, e le coltivazioni lungo le rive ricevono sovrabbondantemente l’umidità necessaria. Il Dender, altro fiume di origine etiopica, più ricco del Rahad, conserverebbe acqua tutto l’ anno(120). Non vi ha fiumi ove sarebbe ad un tempo più utile e più facile costruire dei serbatoi per conservare il soverchio delle piene e distribuirlo poi durante la stagione della siccità(121). L’altezza del confluente dei due Nili, a Khartum, è variamente valutata da 378 a 433 metri.
Come la regione meridionale dell’altipiano dell’Etiopia, così quella settentrionale appartiene al bacino del Nilo; ivi nascono i fiumi tributarii del gran fiume, non sul versante occidentale dei monti, ma proprio nel cuore delle terre alte, nell’immediata vicinanza della catena che domina il versante del Mar Rosso.
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