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      Si può dire infatti che il Mareb o il «Fiume di Occidente», così detto dagli Etiopi a causa della sua direzione, ha cessato di essere un tributario dell’Atbara. Chiamato Sona nel corso medio e Gach nel corso inferiore, dove non ha più che un’acqua periodica, scorre a settentrione parallelamente all’Atbara, e da ultimo si esaurisce nelle terre alluvionali prima di giungere alla sua antica foce, detta Gach-da o «Bocca di Grach» dai nomadi Hadendoa. Quando Munzinger visitò il paese, nel 1862, il letto del confluente non era stato riempito neppure una volta sola da venti anni. La cagione di questo mutamento nell’idrografia locale deriva dai lavori d’irrigazione fatti sulla riva sinistra del Gach: contenuto da dighe da questo lato, il fiume si getta a dritta, corrodendo la sua riva orientale, che è la più alta; il suo corso, un tempo perpendicolare all’Atbara, le diviene parallelo; ma, prolungandosi verso il settentrione, alla fine si esaurisce(124). Nel 1840, un conquistatore egiziano, Ahmed pascià, tentò di rigettare il Gach direttamente ad occidente nell’Atbara; ma la sua diga fu sfondata dai littoranei della pianura inferiore(125). Di recente il fiume Barka o Baraka, che va a perdersi nelle paludi littoranee del Mar Rosso non lungi da Suakin, era considerato anche come appartenente al bacino niliaco per via di un ramo del Mareb, il fiume errante: questa tradizione poco differisce da quella riferita da Strabone, secondo la quale uno scolo del fiume Astabora avrebbe raggiunto l’Eritreo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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