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      Bentosto il fiume è là, tutto intero, largo mezzo chilometro, profondo 5 in 6 metri, scorrendo pacificamentee colle sue acque, come se la sua corrente non fosse stata mai interrotta. Allo stesso modo che il Nilo Azzurro, l’Atbara, detto pure Bahr-el-Aswad o «Fiume Nero» dagli Arabi, aggiunge la sua corrente a quella del gran Nilo, e scendendo con lui di cateratta in cateratta, arreca alle rive del fiume basso quelle acque limacciose che rinnovellano la fertilità del suolo(128).
      Al disotto della congiunzione dei due Nili, a settentrione di Khartum, il fiume non ha più alcun visibile affluente nella stagione della siccità, poichè l’alveo inferiore dell’Atbara è affatto a secco; ma è probabile che riceva delle sorgenti profonde, giacchè l’evaporazione, gl’infiltramenti laterali e la perdita di liquido nell’irrigazione delle campagne littoranee non diminuiscono l’acqua fluviale se non di circa un settimo secondo Lombardini, d’un quinto secondo Gottberg, sopra una lunghezza totale di 2700 chilometri, fra Khartum ed il Cairo. Il fiume si riduce lentamente nella gran curva che descrive attraverso la Nubia: ma agli occhi del viaggiatore non sembra che cambi di volume in questo lungo suo corso sopra una parte della circonferenza terrestre. Travolgendo una quantità d’acqua uguale al quadruplo di quella della Loira o al settuplo di quella della Senna, il Nilo avrebbe in media acqua sufficiente a trasportare senza difficoltà le navi dal mare al centro del continente, se il corso fluviale non fosse interrotto di distanza in distanza da gradinate di scogli.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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