Le osservazioni fatte da Lepsius a Semnè, al disopra della seconda cateratta, giustificano questa ipotesi; i segni scolpiti in questo sito sul sasso, 4700 anni fa, sotto il regno di Amenemha III, provano che il livello delle piene oltrepassava allora di parecchi metri quelle dei dì nostri: per la più alta, l’eccesso superava gli 8 metri, ed anche la più debole lasciava a più di 4 metri all’ingiù il livello delle più forti inondazioni attuali(136). Allo stesso modo sulla riva destra della cateratta di Hannek, il sig. de Gottberg ha trovato strati di limo niliaco a 3 metri e mezzo al di sopra del livello delle più alte piene contemporanee. Non erano forse le dighe delle cateratte che rattenevano così le acque del fiume e lo costringevano a rigettarsi nell’alveo oggi inaridito che serve di via maestra fra l’Egitto e la Nubia(137)? Al disopra del «Ventre delle Pietre» si veggono molti terreni che un tempo furono coltivati e che sono divenuti totalmente sterili, perchè le acque d’inondazione non giungono più fino ad essi. Allo stesso modo che tutte le valli fluviali, il cui letto si rende regolare per l’azione delle acque, quella del Nilo agguaglia il suo pendio nell’abbassarsi nella Nubia, mentre s’innalza nell’Egitto inferiore. Il sig. de Gottberg spiega l’abbassamento del piano dell’acqua nella Nubia colla scomparsa di cateratte che anticamente esistevano fra Uadi-Halfa e Assuan e di cui rimane ancora qualche traccia. Le rocce che formavano la diga in questo sito, eran composte di scisti che non hanno resistito come gli scogli cristallini alla forza distruggitrice della corrente.
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