Le masse granitiche si distruggono egualmente sotto lo sforzo delle acque, ma assai lentamente. I massi recati dalla corrente in una anfrattuosità della pietra si rigirano incavando a poco a poco la parete e finiscono col formare delle «pentole di giganti» la maggior parte verticali, ma talvolta anche inclinate o pure orizzontali. Quando la roccia è così forata in parecchi punti, rovina ed il corso dell’acqua cangia di sito. I Nubiani che abitano presso le cateratte mettono a profitto i frantumi di codeste pentole per farne i loro mortai da triturare il grano ed altri utensili domestici(138).
Al dì sotto dello sporto di granito donde scorrono le acque della prima cateratta, le sponde scoscese che dominano il fiume sono formate di sedimenti di gres, cui succedono massi calcari; l’Egitto storico comincia a piè di questa barriera di rocce cristalline ricoperte ai due lati da strati terziarii(139). A settentrione di Assuan, le sponde opposte non offrono da prima fra loro che uno spazio di 3 a 4 chilometri di larghezza: i campi e gli alberi, stretti fra i dirupi e la riva, non presentano da ambo le parti che una sottile striscia di verzura, la quale si svolge a piè della roccia grigia o gialla che splende al sole come l’oro o il fuoco. Sopratutto ad occidente, lungo la riva che dicesi «libica», esposta ai raggi di oriente, si prolunga la zona delle coltivazioni; come la maggior parte degli altri fiumi dell’emisfero boreale, il Nilo percuote principalmente la sua riva destra, e la corrente segue la base delle rupi o delle scarpe di scoscendimento; in certi siti, la sponda verticale della riva «arabica» s’aderge immediatamente al disopra dell’acqua; le città sono edificate principalmente sulla riva sinistra; ma parecchie di esse, abbandonate lungi nelle terre, hanno dovuto cambiar posto a seconda che la riva si dilungava da esse, e ricostruirsi nel sito dove trovavasi il loro porto(140). Nella stretta di Silsile, cioè «della Catena», dove la valle, larga 1200 metri soltanto fra le pareti delle due rive, sarebbe stata in fatti sbarrata un tempo da una catena di ferro, le banchine d’imbarco sono contigue alle antiche cave dove si tagliavano massi e statue pei palazzi dei Faraoni, e dove ancora si vede una testa di sfinge impigliata nella roccia.
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