Erodoto, che forse lo vide, ma non lo misurò, gli dà un’enorme circonferenza, molto maggiore di quella di tutto il Fayûm; d’altra parte parecchi geografi antichi lo rappresentano come inferiore alla sua vera estensione. Secondo Linant, esso occupava una superficie di circa 300 chilometri quadrati nella parte orientale del Fayûm, e la massa liquida rinchiusavi doveva giungere, al finir della piena, alla quantità prodigiosa di 2915 milioni di metri cubi. Una piccola parte di quest’acqua poteva servire all’irrigazione del Fayûm occidentale; ma tutta quasi l’eccedenza presa al Nilo nel suo periodo di es-crescenza, ritornava alle campagne niliache nel periodo di siccità: questa riserva acquea bastava per l’irrigazione di 180,000 ettari. Fra i serbatoi moderni non ve n’ha un solo che possa compararsi per dimensioni a quello degli Egiziani nostri civilizzatori, e non ve n’ha alcuno che sia stato così giudiziosamente stabilito, come il lago Meride, fuor della valle principale soggetta all’azione diretta delle correnti e dell’acqua della piena. I bacini che gl’ingegneri costruiscono non sono altro che laghi artificiali in cui si getta tutta la massa delle acque fluviali, e donde si spande l’eccedenza per ricadere nel letto inferiore: l’azione stessa del fiume, coi suoi risucchi, le sue corrosioni, i suoi gorghi, esercita
un lavorio incessante per distruggere il suo serbatoio, e si sa per mille esempii che spesso riesce al suo scopo. «Un serbatoio attraversato è un serbatoio distrutto», ha detto un moderno idraulico.
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