Di presente sarebbe difficile riparare il bacino del lago Meride, perchè il sollevamento delle terre alluvionali all’entrata del Fayûm obbligherebbe gl’ingegneri ad innalzare su di esse parecchi metri la cresta dei terrapieni(147).
Il Bahr Yusef prosegue sotto vani nomi fino al delta, ma nella parte inferiore non ha più che una tenuissima portata: un alveo unico, quello del Nilo grande, ha raccolto quasi tutte le acque fluviali; la corrente si restringe in un solo tronco prima di espandersi in mille canali nelle campagne del basso Egitto. Benchè sminuito di volume, il Nilo offre qui la stessa apparenza che nella Nubia, o anche più al confluente di Khartum: la lentezza della corrente, che ha per conseguenza l’allargarsi del letto fluviale, potrebbe pur far credere che il Nilo sia divenuto più abbondante nel suo corso inferiore. Con moto lento e regolare, l’acqua scorre fra le sponde, rispecchiando gli alberi, i villaggi di terra grigia, alcuni bianchi edifizii. Nulla di brusco, nulla di riciso nell’immenso paesaggio: i meandri si svolgono con larghe curve di circa 5 chilometri in media, e sulla mobile superficie dell’acqua, che si estende da un orizzonte all’altro, si riflette l’immagine del cielo, quasi sempre puro, con insensibili gradazione di colore, senza subiti contrasti; appena alcuni battelli, i dahabiyè o «dorati», tutti della stessa forma e della stessa velatura, rompono l’uniformità del quadro. Da ciascun lato la stretta pianura, gli scoscendimenti, i burroni, le spianate continuano senza variar d’aspetto.
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