Giunto al sommo del suo cammino, il paniere si vuota in un rivoletto, e poi ridiscende per risalire da capo. Uno sciaduf innalza così l’acqua di 2 a 3 metri; se i campi da irrigare si trovano ad un livello più alto, un secondo congegno opera al disopra del primo: talvolta veggonsi sugli scaglioni della riva tre piani di sciaduf l’uno sull’altro. Ma questi mezzi rudimentali non prendono dal Nilo che una piccolissima parte dell’acqua che potrebbe essere utilizzata per l’irrigazione. Sui 120 miliardi di metri cubi che trasporta il Nilo in un anno, 5 miliardi soltanto sono adoperati dai coltivatori littoranei; e però le terre coltivate non formano che la metà, forse la terza parte, del suolo che si potrebbe porre a profitto(162). Quaranta milioni d’uomini appena vivono nel bacino del Nilo. Per quanti altri milioni l’acqua alimentatrice potrebbe far nascere il grano!
N. 25. — SPACCATO DELLA VALLE DEL NILO A SIUT [vedi 025.png]La scala delle altezze è il centuplo di quella delle lunghezze
Il limo del Nilo, di color bruno o nerognolo, è il solo letame delle campagne. Sotto il calore del sole si consolida e può essere conformato a mattoni e a vasi. Sotto i passi diviene duro come pietra, e si restringe formando profondi crepacci. Gli antichi fondi arenosi e calcari, misti a piè delle colline coi ciottoli ruzzolati che le inondazioni anteriori all’epoca geologica contemporanea apportarono, sono ricoperti d’uno strato di 10 a 12 metri di altezza(163), costituente un suolo arativo di estrema ricchezza, che sparso sopra altre pianure, basterebbe per rendere fertile uno spazio cento volte più considerevole.
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